La 999contemporary e i suoi progetti urbani: ex Mira Lanza e Tormarancia

Nel panorama delle gallerie romane la 999contemporary si distingue per la sua vocazione all’arte urbana. Nasce nel 2010 dall’iniziativa di Stefano S. Antonelli e Francesca Mezzano come progetto no profit, autofinanziato, con lo scopo di indagare e promuovere l’arte urbana contemporanea.

Molto sentita è la questione della riqualificazione delle periferie della città. In cantiere ci sono nuovi progetti rivolti alle realtà periferiche in collaborazione con il comune di Roma che si avvale della 999contemporary come consulente municipale per la rigenerazione urbana attraverso l’arte pubblicaÈ inoltre prevista l’attivazione di corsi per la formazione di nuove guide per l’Ex Mira Lanza e per Tormarancia, protagonisti di due grandi progetti della 999.

La galleria affronta, inoltre, questioni come quella della natura dello street artist e del suo inserimento nel mercato, dell’esistenza stessa della galleria come siamo abituati a pensarla, dell’espressione dell’artista nello spazio pubblico. Le tre anime della 999contemporary sono la 999gallery, il Centro Studi sulle Arti Urbane Contemporanee e Avanguardie Urbane.

La 999gallery è lo spazio di galleria sperimentale e si concentrata su quelle che sono le tipiche pratiche della street art applicate ad un contesto chiuso come è quello di una galleria.

Il Centro Studi sulle Arti Urbane Contemporanee è, invece, un osservatorio, occhio attento sulla realtà artistica urbana che ha lo scopo di approfondire e pubblicare nuovi studi sui temi connessi alle pratiche di arte urbana, analizzando i linguaggi e i contesti , esplorando la metodologia della critica e la curatela dell’arte pubblica.

Infine Avanguardie Urbane è il progetto di arte pubblica su Roma. Da qui nascono importanti progetti urbani e il concetto stesso di curatela sulla città, che ha poi portato a introdurre l’idea di curatore urbano o city curator. Da una parte la 999 finanzia la produzione di opere murali, come quelle realizzate nel 2010 nel quartiere di Roma Ostiense. Dall’altra parte si impegna nella formulazione e realizzazione di progetti urbani in collaborazione con i municipi e la città di Roma.

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Ex Mira Lanza, esterno (foto by Rosita Giardullo)

Il lavoro svolto nell’Ex Mira Lanza e a Tor Marancia hanno avuto una forte risonanza mediatica e sono esempi calzanti dell’attività urbana della 999.

La Mira Lanza, ex fabbrica di saponi nel cuore del quartiere Ostiense e gioiello dell’archeologia industriale, è protagonista di un’operazione particolare della 999contemporary, “Ex Mira Lanza Museum, MAGR, Museo Abusivo Gestito dai ROM”. Nel maggio 2016 Stefano S. Antonelli aveva proposto all’artista francese Seth  di partecipare al suo progetto, autofinanziato in collaborazione con il Teatro India. Il progetto prevedeva una residenza d’artista nel teatro. L’opera, dal titolo Range ta chambre, ha preso vita nella carcassa dell’ex fabbrica accanto al teatro. In questo luogo si sono inserite diverse famiglie ROM, in primis quella di Tito che è diventato il “gestore” di questa realtà e prima guida alle opere di Seth. Non ci sono bagni né bookshop e l’arte vive insieme agli abitanti della struttura dismessa.

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Seth, PALMYRE, 2016, acrilico su colonne, 28 x 14 mt, installazione site specific (foto by Rosita Giardullo)

Progetto ancora più ambizioso è quello del Museo Condominiale di Tormarancia. Big city Life è nato nel 2014 grazie a un Protocollo d’Intesa fra l’Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale) del Comune di Roma, 999contemporary e il Municipio VIII e ha previsto la realizzazione di 22 opere murali sulle facciate di alcuni edifici di Tor Marancia. Il progetto è stato finanziato da 999Contemporary (56%), Fondazione Roma Museo (26%) e Roma Capitale (18%) attraverso la vittoria del bando pubblico Roma Creativa. Ater ha messo a disposizione le facciate di 11 edifici di sua proprietà del lotto 1 di Tor Marancia dove hanno operato 22 artisti provenienti da dieci Paesi diversi, trasformando il quartiere nel primo museo condominiale al mondo. Il progetto era stato, inoltre, selezionato all’interno dei progetti del Padiglione Italia alla 15° Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia che aveva per tema “Taking Care – Progettare per il bene comune”.

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Maria Gabriella D’Auria

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