Utopie politiche, visioni malinconiche e desolate di Mario Sironi alla Fondazione Malvina Menegaz

Nel 2015 Gino De Dominicis, nel 2016 Giorgio Morandi e Vincenzo Agnetti e quest’anno, dal 23 Luglio al 3 Settembre 2017, è presente presso la Fondazione Malvina Menegaz a Castelbasso (TE) la mostra che vede protagonista Mario Sironi e le Arti Povere, Assenso e Dissenso, curata da Andrea Bruciati.

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Mario Sironi, Figura neoclassica (1922-23), cementite, olio e tempera su carta applicata su tela (cm 146,5×106)

La mostra propone un confronto fra artisti appartenenti a diversi momenti storici, accomunati dal fatto di avere avuto un cruciale ruolo nella costruzione di un pensiero nei confronti dell’ideologia politica. Presenti altri esponenti dell’Arte Povera: Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Mario Ceroli, Jannis Kounellis, Paolo Icaro, Fabio Mauri, Mario Merz, Marisa Merz, Pino Pascali, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini, e Gilberto Zorio.

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Pino Pascali, Maschera, 1965, Tempera e bitume su carta argentata applicata su cartoncino

Con Sironi, presente con una ventina di opere da La ballerina del 1913 fino alla Composizione del 1957, vi è la messa in scena di una “differenza” che crea spazi di riflessione da interpretare in un gioco di fantasia e di simbiosi cognitiva, secondo una prospettiva concettuale espressa con mezzi espressivi comuni. Come i disegni, i collage, le fotografie. Mario Sironi dichiarava che «l’Arte non ha bisogno di riuscire simpatica, comprensibile, ma esige grandezza, altezza di principi». La sua è, difatti, un’arte poco compiacente, creando turbamenti e interrogativi, cercando la verità della storia dell’uomo e della fatica del quotidiano. L’artista voleva dar vita a un’arte sociale fondata su dei saldi valori, in modo da poter diventare strumento di potere e governo spirituale.

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Mario Sironi, L’Italia con periferia e politico, 1921, tempera su cartoncino applicato su tela

L’adesione al fascismo diviene un progetto propedeutico a una rigenerazione sociale del popolo, che avrebbe condotto ad una civiltà rinnovata dal lavoro. In questo senso s’iscrive anche la predilezione per il muro come supporto e il carattere di manifesto collettivo che comporta (Manifesto della pittura murale, 1933). Sironi continua a dipingere in piccolo con la stessa forza di convinzione.  Solidi il carattere investigativo,  gli umori malinconici. Sembra di essere in una specie di abisso da cui non riesce a risalire. Le sue periferie desolate, le visioni arcaiche, la mancante natura, l’uso costante  dei suoi colori bruni, sono essi stessi il messaggio del gravare di un tragico destino; portato allo stremo con la seconda guerra mondiale, quando in molti dipinti le persone e le cose appaiono immobili, spente, riarse.

Mauri, PriniIcaro, Boetti partecipano solidali a liberarsi dal consumo attraverso le loro opere, in vista di una nuova socialità dell’arte. Lo spettatore capta stimoli continui, associazioni e avvicinamenti, rendendo il percorso pregno di meraviglie, all’interno di Palazzo De Sanctis, nel borgo medioevale del teramano.

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Paolo Icaro, Cuborto, 1970 – Credits to: Il Messaggero

L’esposizione rientra negli annuali eventi che la Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture promuove a Castelbasso, nel centro del panorama teramano; tra queste vi è Storia e Opere, mostra delle opere in possesso della Fondazione stessa: Tano Festa, Carla AccardiRenato Mambor, Mimmo Paladino, Mario Ceroli, Ettore SpallettiClaudio Cintoli, Antonio Corpora, Patrizio Di Massimo, Luca Francesconi, Giulio Frigo, Marco Gastini, Sophie Ko, Gian Marco Montesano, Marco Neri, Nunzio, Vettor Pisani, Oscar Contreras Rojas, Mimmo RotellaGiuseppe Stampone, Giulio Turcato, Vedovamazzei, Arcangelo Sassolino.

Sara D’Angelo

 

 

Credits to:

Immagine Copertina: Il Messaggero

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